Rauhnacht – Alfred Kubin

“Non si è un sognatore solo sulla carta; anzi io dico addirittura: la fantasia è il destino.”
“E forse è questo l’ultimo vero significato dell’artista: gettare nella sua creazione un velo sull’assurdo nonsenso della vita…”

(Alfred Kubin)

Alfred Kubin - Rauhnacht

“La mia Notte di brina ebbe un’origine assai singolare.

Una notte dell’autunno 1924 mi svegliai con violenti brividi di freddo e una febbre quasi a 40 gradi. E così nel delirio della febbre mi vidi circondato da una processione di strane figure in un paesaggio che mi sembrava familiare. La mattina, ancora a letto, indebolito da un attacco di influenza, abbozzai rapidamente uno schizzo di questa esperienza. Ne uscì una striscia di carta lunga cinque metri, che purtroppo per esser pubblicata in cartella dovette esser spezzettata in 13 tavole.”

Da Demoni e visioni notturne, Il saggiatore 1961. Trad. Maria Attardo Magrini.

Mostra Rauhnacht di Alfred Kubin. Febbraio 2024, Spazio Creativo, Gorizia

La mostra espone la cartella di 13 incisioni pubblicata dalla Wegweiser Verlag, casa editrice della berlinese Associazione popolare degli amanti dei libri, che nel 1924 contava 190.000 soci. 

La prefazione dello scrittore austriaco Otto Stoessel traccia una breve biografia dell’Autore, il quale dopo una fase giovanile sofferente per vicissitudini familiari e personali, trova una modalità espressiva personale che lo colloca “ad un passo dal regno del pensatore e del poeta” e lo lega a Bosch e Brueghel artisti “veggenti ed interpreti del terribile” che il giovane Kubin aveva scoperto come turbanti rivelazioni nelle Pinacoteche di Monaco e Vienna. 

Stoessel descrive la sequenza delle litografie, riproduzioni del disegno realizzato di getto da Kubin dopo una notte tormentata dal delirio della febbre. Il titolo “Raunacht” (Notte pelosa / Notte fumosa a seconda delle etimologie prevalenti) riporta alle leggende e culti diffusi in Europa centro-settentrionale sulle 12 giornate “fuori dal tempo” fra il Natale e l’Epifania che colmano la differenza fra il calendario lunare e quello solare. Si riteneva che in queste notti il mondo degli spiriti dei morti entrasse in contatto con quello dei vivi, portando lo scompiglio della Caccia selvaggia, premonizioni, pericolo di morte improvvisa per chi fosse sorpreso dagli spiriti e dai demoni. 

La traduzione scelta da Maria Attardo Magrini, “Notte di brina” -pur estremamente poetica ed evocativa- non contiene questo retaggio, che sicuramente era noto e vivo in Kubin, a cui apparteneva di nascita. La vita a Zwickledt, una tenuta nell’Inviertel in Alta-Austria, sull’orlo della foresta bavarese, favorì l’armonizzazione dell’”irritabilità della mente” di Kubin con lo spirito e gli elementi del luogo: la sua attrazione per il “lato oscuro della vita” trovò alimento nella dimensione primordiale, nelle forme umbratili della foresta e nelle leggende di cui era impregnata

La mostra

Questa mostra prende origine da piuttosto lontano, come spiega Luciano Martinis:

“Da “altra parte” avevo letto che in una notte di brina del 1924, divorato dalla febbre,  Alfred Kubin, aveva disegnato in una lunga striscia di carta i suoi incubi e le sue ossessioni. L’anno dopo quel lungo nastro fu tagliato, impaginato con ampi margini, riprodotto in litografia e pubblicato nella cartella “Rauhnacht – 13 steinzeichnungen von Alfred Kubin”, per i tipi della Wegweiser – Verlag, la casa editrice della Volksverband der Bücherfreunde (Associazione popolare degli amanti dei libri).

Non riesco a capire perché il titolo non mi fosse mai piaciuto, forse per il suo suono gutturale… comunque io ho sempre amato la traduzione in “Notte di brina” che avevo letto in Demoni e visioni notturne.

Sì, Notte di brina, quando il freddo entra nelle ossa e nega la speranza, quando il Male circola impunito, reso percepibile da una spettrale luce lunare, quando gli incubi più atroci diventano quotidiano, quando…..

In realtà scoprii dopo che “Rauhnacht” fa riferimento a quell’insieme di leggende, tradizioni e riti popolari diffusi in tutta l’Europa centro-settentrionale sui dodici giorni fra il Natale e l’Epifania. 

Ma torniamo alla cartella di incisioni: ne sono venuto in possesso nella primavera del 1973 a Santiago de Chile, quando anche in quel paese il Male era già strisciante e solo pochi mesi dopo sarebbe diventato incubo.

Ero assiduo cliente di un negozio di libri usati che si trovava in Calle San Diego, il cui proprietario veniva chiamato “el paco Rivano”, per il suo passato nell’arma dei Carabineros de Chile. In verità uomo di grande cultura e, mi dissero, con velleità di scrittore. Un giorno mi sottopose alcune edizioni di chiara provenienza mitteleuropea che aveva appena acquistato. Non seppe o non volle dirmi di più su chi gliele avesse vendute, ma certamente erano appartenute a qualcuno fuggito dagli orrori del nazismo.

Il prezzo, segnato a lapis, era davvero enorme! 3000 escudos! Corrispondevano al mio stipendio di un mese come professore universitario, ma che al mercato nero non  erano neanche una manciata di dollari. Vendetti la mia macchina da scrivere e potei prendere anche altre due edizioni dello stesso Autore, Sansara, Ein cyklus ohne ende..”, Munchen und Leipzig bei Georg Muller ,s.d. (40 litografie) e “Ein Totentanz” Bruno Cassirer, Berlino 1918. Del come sono poi riuscito a portare questi materiali in Europa è tutta un’altra storia, posso solo anticipare che in un certo momento hanno rischiato di finire in fondo al mare…

Alfred Kubin, Il mago di Zwickledt, in Peter Schere, Gerade Dies

Alfred Kubin, alcuni cenni

Alfred Kubin (Leitmeritz 1877 – Zwickledt 1959) fu un artista disegnatore, illustratore, scrittore nato in Boemia. La sua ispirazione prevalentemente onirica, dai temi grotteschi, macabri e metaforici, con evidenti legami con la cultura popolare centro-europea e una forte fascinazione per il “fantastico” si tradusse in una vasta produzione di disegni, incisioni, pitture (in misura minore), saggi e scritti autobiografici. Frequentò l’ambiente artistico di Monaco, dove fece parte del gruppo di artisti “Sturmfackel” (Fiaccola d’assalto) a cui partecipava, fra gli altri, il gradiscano De Finetti (cfr. Demoni e visioni notturne). Nel 1902 espose a Berlino, dove i suoi lavori suscitarono scalpore ed indignazione nel pubblico, similmente a quello che accadeva a Monaco.

Dal 1905, anno in cui sposò Hedwig Gründler, si trasferì nel castello di Zwickledt in Alta Austria, da dove si mosse raramente. Nonostante la vita ritirata rimase in contatto con l’ambiente artistico internazionale, dal 1911 fece parte del Blaue Reiter, gruppo espressionista centrato attorno a Kandiskij e Marc. Nel 1920 visitò la collezione della clinica psichiatrica di Heidelberg, raccolta dallo storico dell’arte e psichiatra Hans Prinzhorn. Ispirato dalla «freschezza mentale» e dall’«originalità» delle opere mostrate create da persone con esperienze psicologiche eccezionali, due anni dopo ha pubblicato un rapporto entusiasta sulla rivista «Das Kunstblatt».

Nel 1932 partecipò alla prima esposizione di artisti austriaci alla Biennale di Venezia, al termine della quale Helma De Gironcoli lo contattò per le pratiche di restituzione delle opere, avviando così una conoscenza a distanza rinsaldata dall’organizzazione della mostra del 1938 presso la Galleria Gian Ferrari di Milano, da lei curata. Helma era la moglie del medico e poeta in friulano Francesco De Gironcoli (Gorizia 1892-1979). Da allora rimasero in contatto epistolare per 15 anni con oltre cento lettere, in parte pubblicate. (Lettere ad una amica,  All’insegna del pesce d’oro 1969).

Dopo la seconda guerra mondiale divenne una figura di spicco dei nuovi inizi artistici in Austria.

Il mago di Zwickledt morì il 20 agosto del 1959, concludendo un’esistenza a cavallo dei due secoli, testimone di due guerre mondiali e di enormi cambi storico-sociali.

La mostra è un progetto de le parole gelate studio, realizzato in collaborazione con Opificio 330.
La mostra si inaugura il 17 febbraio 2024 alle ore 18.00 e resterà visitabile fino a marzo 2024, su appuntamento.

Per informazioni e visite contattare silvia@leparolegelatestudio.it  .