BALAZOS (11/9/1973)

Inaugurazione 11 Settembre 2023 ore 18.00

Cinquant’anni ormai sono trascorsi da quell’Undici Settembre che scosse le coscienze di tutto il mondo e le cui notizie circolarono rapidamente tramite tutti i mezzi di comunicazione allora disponibili, grazie al coraggio di giornalisti, cameraman, fotografi, tecnici radiofonici, grazie anche alla prontezza di chi intercettò e successivamente diffuse comunicazioni interne dei golpisti. Un evento enorme, con radici e ramificazioni lunghe e complesse, in cui le verità stentano a definirsi, le cui testimonianze hanno subito influenze di ogni tipo. In questo quadro straordinariamente intricato le immagini, le registrazioni e gli oggetti diventano vaglio e riscontro di ciò che è credibile e di ciò che non lo è. 

 

Non crediamo che questi cinquant’anni abbiano portato alla comprensione completa dei fatti e delle loro cause, restano molte zone d’ombra in cui opinioni e interessi hanno ancora troppo spazio, in cui i depistaggi hanno confuso così tanto gli elementi da rendere zoppicante ogni ricostruzione, ogni interpretazione.

Pensiamo tuttavia che sia giusto e doveroso continuare a ragionare, interrogarsi e confrontare le interpretazioni, anche rispetto a quello che si è creduto di aver capito e che spesso nel tempo si è rivelato incompleto, o impreciso, o ingannevole.

Perché "Balazos"?

Luciano Martinis si trovava a Santiago del Cile per compiere il suo servizio volontario internazionale, in base alla legge n. 1033 dell’8 novembre 1966, “riguardante la dispensa dal servizio di leva dei cittadini che prestino servizio di assistenza tecnica in Paesi in via di sviluppo secondo accordi stipulati dallo Stato italiano”. L’impegno doveva durare due anni.

Grazie ad alcuni contatti si era presentata l’occasione di poter insegnare presso l’Università Cattolica di Santiago del Cile, che nel 1972 invitò il giovane Martinis a tenere un corso di Comunicazioni Visive presso il Departamento de Diseño di cui era direttore l’Architetto Luis Moreno Lopez, a cominciare da marzo.

 

Documento di Luciano Martinis esposto alla mostra Balazos, Spazio Creativo, Gorizia 2023

Luciano Martinis quindi si trovò in un paese di cui all’estero si conosceva generalmente molto poco ma nel quale dal 4 settembre1970 era in corso un “esperimento sociale” di massa: la cosiddetta “via cilena al socialismo”. Nel campo artistico e culturale il fermento era assolutamente nuovo, fiorivano iniziative, ricerche, esposizioni e scambi internazionali in tutte le arti, con il pieno sostegno del governo.

Il Cile democratico inoltre ospitava numerosi artisti ed intellettuali esiliati dai loro paesi in quanto perseguitati politici e questo arricchiva ancor più lo scenario di una straordinaria stagione creativa che di lì a poco avrebbe visto la fine.
Luciano registrò quella fine: con un mangianastri raccolse il frastuono irreale degli spari e dei bombardamenti che echeggiavano a poca distanza e uno dei commenti che lasciò fu proprio questa esclamazione: “Balazos!”, che conteneva il significato del colpo e del disprezzo verso chi lo ha inferto…

I giorni del caos

Quella cilena era una società complessa, stratificata, piena di conflitti di classe e divisioni politiche sia a destra che a sinistra, con continui cambi di posizione dei vari soggetti politici, anche dei più rappresentativi.
Il governo dell’Unidad Popular di Allende stava applicando innovazioni e riforme sociali ed economiche con l’obiettivo di migliorare le condizioni degli strati più deboli della popolazione, ridistribuire le terre agricole, affermare il controllo delle risorse naturali e limitare l’ingerenza delle multinazionali sui servizi e sulle produzioni fondamentali del paese.
Questo nuovo corso irritava le famiglie proprietarie terriere, i gruppi economici cileni e spaventava le multinazionali statunitensi (ITT,  Anaconda e Kennecott in prima linea) che con l’appoggio della CIA avviarono una risoluta politica di ingerenze e pressioni politiche e ostruzionismo commerciale, utilizzando letteralmente ogni mezzo a disposizione.

Documentos secretos de la ITT, libro esposto alla mostra Balazos, Spazio Creativo, Gorizia 2023

Allende ed il suo governo avevano nemici dichiarati e nascosti ovunque, in ogni settore produttivo, commerciale e sociale: gli scioperi erano continui, il sabotaggio commerciale creava carenze di tutti i beni. Il paese era una polveriera agitata da forze interne ed esterne e nonostante l’aperta denuncia di Allende, con il celebre discorso all’ONU del dicembre del 1972, queste influenze non cessarono, nemmeno di fronte al risultato elettorale del marzo del 1973 in cui l’Unidad Popular ottenne il 43,4% alle legislative. 
La situazione era sempre più difficile, l’opposizione metteva in atto continui espedienti, compresa la violenza, per esacerbare gli animi e giungere al conflitto aperto che avrebbe giustificato l’intervento militare.

Volantino contro il golpe cileno esposto alla Mostra Balazos Spazio Creativo, Gorizia

Allende non voleva trascinare il paese in una guerra civile, fece ogni sforzo per comporre i conflitti senza rinunciare allo spirito socialista e democratico che muoveva il suo programma di riforme. Questa scelta di responsabilità tuttavia gli alienò anche la componente rivoluzionaria della sinistra (come il MIR e il MAPU) che invece era per lo scontro aperto -anche armato- e che per questo criticava duramente e apertamente il governo dell’Unidad Popular, collocandosi sulla scia dell’ideologia Castrista della rivoluzione armata che Allende, pur in ottimi rapporti con Cuba e Castro, aveva sempre rifiutato.

Sui giornali, soprattutto quelli di destra come il Mercurio, nei manifesti politici, nei discorsi comuni della gente, il golpe era nell’aria, se ne attendeva l’annuncio addirittura come una programmazione ufficiale. 
C’era stato il Tancazo del 29 giugno, un tentativo di golpe fallito grazie all’intervento del generale Prats, fedele al governo e dove proprio Pinochet si era distinto a sua volta come un alto ufficiale leale, al punto da essere poi scelto da Allende come Comandante in capo delle Forze Armate per sostituire lo stesso Prats dimissionario.

Il 10 settembre Allende, che aveva oramai capito che la situazione si era fatta insostenibile, si risolse ad indire un plebiscito per dare al popolo la possibilità di decidere le sorti del governo e a darne comunicazione l’indomani stesso, 11 settembre. Pinochet, informato dallo stesso Allende, lo consigliò di posticipare l’annuncio al 12 …

La mattina dell’11 settembre i portieri dei palazzi di Santiago ricevettero l’ordine di chiudere gli ingressi, le radio cominciarono a trasmettere i comunicati della Giunta militare che annunciava la deposizione del Governo e del suo Presidente e le nuove regole di polizia che la popolazione era tenuta ad osservare. 
Per tutta la mattina poche decine di persone insieme ad Allende, fra la sua scorta, i ministri, i medici, il portavoce e l’addetto alla stampa resistettero rispondendo al fuoco nel Palazzo della Moneda di fronte all’offensiva militare condotta dall’esercito con tiratori scelti, mitragliatori e carri armati; fino a quando, a mezzogiorno, intervenne l’aeronautica a bombardare il palazzo, facendo scoppiare diversi incendi al suo interno. 

Immagine del Golpe cileno del 1973, Palazzo della Moneda dopo l'attacco.

A seguito di questo attacco Allende, che aveva parlato alla popolazione via radio fino a quando era stato possibile -annunciando che avrebbe resistito al suo posto- e che aveva più volte rifiutato la possibilità di arrendersi e farsi esiliare, salutò i compagni invitandoli a uscire dal palazzo con un drappo bianco per evitare di farsi uccidere lì dentro sotto i bombardamenti. Nessuno era in grado di immaginare che gran parte di loro sarebbero stati arrestati, torturati, deportati e fatti sparire. 

La sua morte è tuttora avvolta in una nube di incongruenze, depistaggi, falsificazioni e testimonianze discordanti quando non estorte: l’arma che lo avrebbe ucciso e la sua stessa salma furono spostate, l’autopsia fu condotta in tutta fretta all’interno del reparto di otorino laringoiatria dell’Ospedale Militare, le perizie successivamente presentate erano incomplete e basate su provate falsificazioni, le esequie si tennero in forma anonima alla presenza della sola famiglia, circondata da militari armati. La teoria del suicidio prevalse, ma non convinse tutti.

Nello stesso pomeriggio, depositata la polvere e spenti gli incendi che avevano devastato la Moneda e bruciato la Dichiarazione di Indipendenza del Cile del 1818, la Giunta militare diede il permesso di uscire dalle case e in molti si recarono davanti alle rovine del Palazzo Presidenziale, chi ostentando soddisfazione e chi in preda all’angoscia. Luciano Martinis, che aveva registrato gli spari e i bombardamenti con il suo mangianastri, scattò alcune fotografie di quella scena irreale ma non inaspettata, consapevole di trovarsi in un evento storico che doveva essere testimoniato. Solo poche ore dopo nessuno, senza autorizzazione, avrebbe potuto scattare foto senza rischiare la vita. 

Santiago del Cile, persone in strada dopo il golpe di dell'11 settembre 1973. Mostra Balazos Spazio Creativo, Gorizia

Nei giorni successivi chiunque avesse in casa qualsiasi documento che ne dimostrasse l’appartenenza politica di sinistra si affrettava a disfarsene per non incorrere nei rastrellamenti, interrogatori, torture e detenzioni illegali per i quali divenne tristemente famoso il regime di Pinochet.
Luciano Martinis, in scienza e incoscienza, conservò alcuni di quei volantini, manifesti e libri e riuscì a spedirli in Italia.

La mostra che lo Spazio Creativo presenta per questo 11 settembre rappresenta, con materiali originali che in Cile andarono pressoché tutti distrutti, una testimonianza di quel giorno e di quel periodo, per come l’ha vissuto un giovane volontario italiano.

Immagine del Palazzo della Moneda dopo il bombardamento dell'11 settembre 1973. Mostra Balazos Spazio Creativo, Gorizia

Realizziamo questo evento in collaborazione con Opificio 330.
La mostra si inaugura l’11 settembre 2023 alle ore 18.00 e resterà visitabile fino al 30 settembre 2023, su appuntamento.

Per informazioni e visite contattare postmaster@allacasadelgastaldo.it  .

Balazos, Spazio Creativo della Casa del Gastaldo: manifesti e volantini dell'Unidad Popular
Manifesto originale prodotto dall'Unidad Popular contro la divisione sociale
Esposizione Balazos allo Spazio Creativo di Gorizia. Materiali originali dei 1000 giorni di Allende.
Poster satirico di Irene Domínguez. La marcha de las cacerolas era una forma di protesta delle famiglie borghesi contro le riforme popolari di Allende.
Immagini del Palazzo de La Moneda di Santiago del Cile dopo il bombardamento golpista, foto Luciano Martinis
Poster di Tatiana Alamos contro la violenza. Durante il governo Allende numerosi artisti sostennero le sue riforme con poster, manifesti e murales.