NEL FARSI POESIA – GIOVANNA SANDRI

“Nel farsi poesia solo accettando il rischio di essere totalmente esposti le parole vengono incontro, e nel sommerso processo di connessioni, correlazioni (confluenze e rimandi) rivelano a noi stessi ciò che siamo.  Accade così che improvvisi frammenti illuminanti testimonino la misteriosa autonomia del linguaggio, il suo carsico affiorare.”

(Giovanna Sandri 1993)

Una traiettoria da outsider

Giovanna Sandri (1923-2002) è stata una poetessa, artista ed intellettuale attiva a partire dagli anni ’60, nel contesto delle avanguardie italiane. Pur non appartenendo mai ad un gruppo specifico è stata in relazione con i maggiori esponenti della sperimentazione letteraria ed artistica dell’epoca:  Topazia Alliata, Nanni Cagnone, Alfredo Giuliani, Giorgio Manganelli, Magdalo Mussio, Giulia Niccolai, Gastone Novelli,  Achille Perilli, Emilio Villa per citarne alcuni.

Dopo una prima fase pittorica informale, nella seconda metà degli anni ’60 Giovanna Sandri passa ad una sperimentazione visiva essenziale, composta da puri segni tipografici. Una scarnificazione che trasferirà anche nella scrittura, in una ricerca che la porterà a risultati visivamente e concettualmente estremi (Capitolo Zero, Lerici editore 1969).

CAPITOLO ZERO, GIOVANNA SANDRI

Il valore visivo, anche quello del “vuoto” -lo spazio bianco della pagina- è efficace e tangibile anche nella produzione poetica legata alla parola, che Giovanna Sandri pratica in una sorta di dialogo con la sua espressione grafica e destrutturata (Dal canguro all’aythia, Le parole gelate 1980).

La solida formazione classica, comune per la sua generazione, in lei fornisce temi e ispirazioni: i frammenti pre-socratici, gli archetipi della tragedia greca, i miti dell’antichità. Su questo si salda una chiave di interpretazione psicanalitica della realtà come una fra le possibili “porte” verso la dimensione poetica.

La Sandri possiede una profonda conoscenza e familiarità con la letteratura in lingua inglese: guarda a James Joyce, David Herbert Lawrence, Virginia Wolf, Dylan Thomas, come a dei veri e propri “numi tutelari”. In particolare, si rispecchia nella produzione poetica di Ezra Pound (I canti pisani) in cui classicismo e voce contemporanea trovavano un fertile connubio. In questo senso Hermes the Jolly Joker (Le parole gelate, 1983) è una sintesi chiave, che contiene tutti gli elementi formali e concettuali della poetica di Giovanna Sandri.

Nel corso degli anni ’80 e ’90, in questa costellazione complessa di riferimenti entrano altri fattori, anch’essi destinati ad interagire nell’insieme: un “laico” interesse per la spiritualità orientale e la musica del compositore Giacinto Scelsi, che conobbe grazie a Luciano Martinis, editore di entrambi.

Si comprende così come il mondo poetico di Giovanna Sandri, generato in un continuo e peculiare lavoro di ricerca, fosse assolutamente personale e poco adattabile ad una o l’altra delle “correnti” o gruppi a lei contemporanei.  Questo non impedì tuttavia un continuo confronto con le traiettorie di altri scrittori e artisti con i quali intrattenne stretti rapporti, in qualche caso fraterni. Fu prima lettrice di vari autori, fra i quali Alfredo Giuliani e Giorgio Manganelli a lei particolarmente caro.

Questa posizione di outsider -unita all’aggravarsi di un problema agli occhi-  la tenne piuttosto lontana dai riflettori, eccettuati brevi passaggi più notevoli come quelli delle collettive alla Biennale di Venezia del 1978 e alla Biennale di San Paolo del Brasile del 1981, oppure alla notorietà americana, acquisita già con Da K a S (dimora dell’asimmetrico) pubblicato nel 1976 da Out of London Press a Milano e New York.

Per interpretare l’opera (nel suo divenire) e i contenuti di Giovanna Sandri possiamo contare su pochi suoi, brevissimi, testi introduttivi e sulle testimonianze di chi la conobbe, fra i quali il suo affezionato editore Luciano Martinis.

Da sinistra: Magdalo Mussio, Giovanna Sandri, Luciano Martinis nel giardino della casa di Mussio a Pollenza, anni ’90

Una mostra necessaria

In occasione del centenario della nascita di Giovanna Sandri riteniamo doveroso rendere omaggio alla sua figura di intellettuale e alla sua opera, aprendo per la prima volta gli archivi “di lavoro” della casa editrice Le parole gelate per esporre al pubblico edizioni, documenti originali e opere grafiche di questa straordinaria artista ancora troppo poco conosciuta.

Su Quaderni 2.’02 del Fondo Moravia (2002), a conclusione del ricordo a lei dedicato, leggiamo:

“Il breve brano musicale di Giacinto Scelsi suonato all’occasione del suo funerale ha ben esemplificato il rigoroso indagare tra suoni, segni e simboli che la poesia di Giovanna Sandri ha portato caparbiamente avanti, lontano dalla mediocre versificazione dei letterati. Quando il suo lavoro sarà «riscoperto», ci si chiederà com’è stato possibile che sia stato così a lungo occultato.”

Auspicando che questa “riscoperta” non tardi ad avvenire e con l’intenzione di favorirne il processo, in occasione della mostra presenteremo il recente lavoro di Silvia Bergamin che ha realizzato una bibliografia completa delle pubblicazioni di Giovanna Sandri, di prossima pubblicazione nella rivista online rossocorpolingua.it .

La mostra è un progetto de le parole gelate studio, realizzato in collaborazione con Opificio 330.
La mostra si inaugura il 16 dicembre 2023 alle ore 18.00 e resterà visitabile fino al 7 gennaio 2024, su appuntamento.

Per informazioni e visite contattare silvia@leparolegelatestudio.it  .